 
  
  
  
  
  
  
   
     
  
    
      
      
      
      
     | 
    
     Lezione 6: la tecnica narrativa 
      
    
    
    In questa lezione, l'insegnante dopo una breve 
    "carrellata" sulle tecniche narrative che stanno alla base dei racconti di 
    viaggio (diario,
    lettera,
    reportage), 
    partirà per porre le basi del laboratorio di scrittura: 
    
    Le forme-archetipo privilegiate della scrittura di 
    viaggio sono quelle che Folena definisce forme “primarie di scrittura” (Folena 
    G. 1985): la lettera, il diario nelle sue due forme: personale o 
    istituzionale “registrazione di bordo”.  
    La lettera è il 
    messaggio scritto che percorre a ritroso il tragitto del viaggiatore mentre 
    la registrazione memoriale del diario di bordo, è uno strumento per 
    garantire la trasmissione dell’esperienza del viaggio; entrambi annullano le 
    distanze spaziale e temporale tra un io che scrive qui e ora e i destinatari 
    conosciuti o generici che leggeranno. Questi due generi sono solo 
    teoricamente distinti: esistono storicamente diari di bordo nella forma di 
    sequenza epistolare e lettere organizzate come pagine di diario. 
     
    Il diario di viaggio 
    è uno degli strumenti preferiti dagli autori per riprodurre su carta le loro 
    impressioni nell'arco dell'esperienza che portano a termine: in questo caso 
    la curiosità e il desiderio di penetrare nella nuova realtà visitata sono 
    assolutamente predominanti nella pagina, dando luogo a uno stile di 
    scrittura scarno ed essenziale, carico però di numerosi significati. Per 
    questo tipo di redazione, fondamentale è il punto di vista esterno alla 
    situazione osservata, affinché una corretta distanza da ciò con cui si entra 
    a contatto conduca a una conoscenza libera da ogni tipo di pregiudizio. 
    Ci sono poi i viaggi favolosi, ambientati in luoghi immaginati dall'autore 
    che, in questo modo, trasferisce sulla pagina il desiderio di veder 
    realizzate possibilità inesistenti nel mondo reale: la fantasia di chi 
    scrive si scatena perciò in diverse combinazioni che, in molti casi, non 
    vogliono avere un intento pedagogico né tanto meno satirico. Questo 
    desiderio di scoprire mondi lontani dalla quotidianità è riscontrabile anche 
    nei racconti di viaggi nel tempo: qui, a seconda dell'epoca esplorata, la 
    tecnica narrativa cambia in funzione di ciò che dev'essere descritto. Se, 
    infatti, l'attenzione è posta a eventi del passato, sarà necessaria 
    un'assoluta precisione in merito a essi data l'esistenza di riscontri 
    storici; se, invece, è il futuro a essere indagato dal viaggiatore, 
    l'immagine che ne verrà fornita sarà il risultato di deduzioni inerenti alla 
    condizione dell'umanità nel momento in cui si scrive. 
     
    Un altra variante al racconto di viaggi è quella della discesa nel mondo dei 
    morti: è chiara qui la relatività del punto di vista degli uomini viventi 
    davanti all'eternità e al mistero dell'esistenza dopo la morte. Il dialogo 
    che si instaura in tali circostanze può servire all'autore per far luce su 
    determinati eventi storici, coinvolgendo personaggi che ne erano stati 
    protagonisti; è così sottolineata la labilità delle vicende umane, ottenendo 
    di riflesso il ridimensionamento della tragicità della storia. 
  
    
    Premesse per il laboratorio: chi ama veramente 
    scrivere deve convincersi che la relazione tra scrittura e lettura è 
    strettissimo: è molto difficile trovare un buon scrittore che non sia anche 
    un grande lettore. Chi non sa o non vuole leggere difficilmente saprà 
    scrivere bene. 
     
    Ciascuno di noi, messo di fronte ad una pagina bianca, viene assalito dalla  
    "sindrome della pagina bianca". A volte può essere anche un bene, magari si 
    evita di scrivere cose insignificanti, spesso è un male, perché ci impedisce 
    nell'espressione dei nostri pensieri, dei sentimenti, nel dare spazio ad una 
    vocazione tanto segreta quanto legittima. Come superare, dunque, la paura 
    della pagina bianca? Qualcuno potrebbe suggerirvi di utilizzare un foglio di 
    colore diverso! Perché non cominciare invece a scrivere con leggerezza, 
    senza aspettative, magari cercando di far "risuonare" dentro qualcuna delle 
    pagine lette fino ad ora, assecondando in qualche modo la propria emotività, 
    lasciando spazio all'immaginazione, al ricordo, affidandosi ai sensi più che 
    alla ragione? 
    Questo però per iniziare a scrivere, ma poi per continuare? 
    
    Seguendo le schede
    diario,
    lettera,
    reportage, lo 
    studente sarà in grado di costruire un testo proprio, pronto poi per essere 
    inserito in un ipertesto. 
     |