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    Strumenti essenziali dell'attività dei mercanti e fondamento della loro 
    peculiare cultura erano i cosiddetti "libri di mercatura", che vennero 
    compilati in gran quantità nel XIV e XV secolo per fornire ai lettori 
    informazioni in fatto di monete, strade, tecniche di calcolo aritmetico. 
    Con il titolo Conoscere la mercatantie si apre uno dei capitoli più 
    notevoli della Pratica della mercatura composta verso il 1340 da Francesco 
    Balducci Pegolotti. Il possesso di criteri adeguati per riconoscere le varie 
    qualità delle merci era un requisito essenziale per chi voleva svolgere 
    l'attività di mercante. L'elenco di Pegolotti, riportato nel documento 
    seguente, si apre con le merci più pregiate, le spezie e le materie tintorie 
    usate nelle manifatture tessili.  
     
    
    Tutto quello che bisogna sapere per commerciare il pepe 
    È di nicistade [necessità] a mercatanti sapere conoscere le mercatantie che 
    comperano e vendono acciò che non ne possano ricevere inganno, e però qui 
    appresso e inanzi sarà scritto ciascuna mercatantia per sé e come vogliono 
    essere fatte e quello che vogliono avere in loro a essere buone, e prima 
    cominceremo al pepe. 
    Pepe tondo vuol essere asciutto e secco, sanza polvere di terra, la quale 
    polvere di terra se n'esce quando si garbella, cioè si vaglia. E aviene 
    alcuna volta che navicando o aducendo il pepe per acqua o per terra puote 
    cadere in acqua e bagnasi, o sanza cadere in acqua per soperchia pioggia si 
    puote bagnare, e per maniera che se non s'apparecchiasse tosto si 
    guasterebbe e si infracidarsi e sì dispogliarsi della sua scorza, e quando 
    si dispoglia della scorza non è così bello a vedere né cosìe vendereccio, e 
    però quando è cosi infuso d'acqua, quanto piue tosto [più presto] s'acconcia 
    tanto è meglio; e conciasi in questo modo, che si stende al sole, e pigliasi 
    gherbellatura [quantità] asciutta d'altro pepe e mescolasi col detto pepe 
    bagnato, e poi si tende al sole ad asciugare e a seccare, e quando è secco e 
    asciutto si lo rinsacca ed è guarito. E sappiate che pepe tondo dura 40 anni 
    sanza guastarsi, pure ched è sia bene guardato e bene tenuto, e none in 
    luogo bagnato né troppo umido. 
      
    
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    Olio si vende in Gaeta a cafisso a pregio di tanti cafissi a once d'argento, 
    e li 250 cafissi di Gaeta si ragionano che sieno 1 migliaio d'olio di 
    Puglia, o vuolli tu che li 160 cafissi di Gaeta fanno 1 botte di mena di 
    Napoli. Ed à di spesa l'olio a trarlo di Gaeta a una botte di mena di Napoli 
    oltre al primo costo come dirà qui appresso: 
    
    
    Per fusto della botte vota, da tarì 3. 
    
    
    Per diritto della dogana, grani 18 per omcia, da tarì 1 e grani 16. 
    
    
    Per diritto del fondaco, grani 15 per oncia del costo dell'olio, tarì 1 e 
    grani 10. 
    
    
    Per diritto della terra, grani 5 per oncia del costo dell'olio, grani 10. 
    
    
    Per salaro di coloro che stanno a vederlo misurare quando si misura alla 
    marina e si mette nelle botti, grani 1 per botte. 
    
    
    Per portatura alla marina l'olio, grani 4 per oncia di ciò che costa l'olio 
    di prima compera, monta da grani 1 per botte. 
    
    
    Per salci e legatue e stringere e incretare le botti, da grani 12 per botte. 
    E per senseria, grani 10 per botte. 
    
    
    Per cambio di carlini di zecca a quelli di peso, grani 2 per oncia del costo 
    dell'olio, monta da grani 4 per botte. 
    
    
    Per un altro diritto della terra, da grani 6 per botte. 
    
    
    Somma la spesa detta di sopra tarì 8 e grani 17 d'ariento, ragionando che la 
    botte di mena costasse di primo costo da once2 d'argento, che v'ebbe da 80 
    cafissi a once 1. Ma se più o meno d'once 2 di primo costo costasse l'olio, 
    così più e meno la spesa, all'avenante di tutte quelle.  |